Il sapore del sapere

Cosa significa essere una Terapeuta ?
E’ qualcosa che finisce quando chiudi alle tue spalle la porta dello studio ?
E’ una missione ? O forse una vocazione ?

Io non nasco con questa vocazione, nè sono figlia d’Arte.
Nessuno nella mia famiglia si distingueva per un particolare interesse nella medicina naturale o per qualcosa che non fosse la vita in una città metropolitana.
L’igienismo del dott. Bauer di Arosa, le sue cure omeopatiche che mi arrivavano a casa in quelle minuscole bustine bianche, che profumavano di erbe di campo, sono arrivate nella mia vita sin da piccina, ma per un brevissimo episodio.
Così come qualche altro fugace abbraccio con le cure alternative, è avvenuto negli anni a seguire.

Devo ringraziare la sofferenza, non il destino (vogliamo chiederci se si possa fare questa distinzione ? vogliamo! ) per avermi definitivamente condotta sulla quella che riconoscerò poi, già dialogante con la seconda parte della mia Vita, come la Via nella quale mi riconosco.

Quindi, no.

Per me essere una Terapeuta non è una missione.
Non ho la presunzione di cambiare il mondo con la mia opera, nè di salvare nessuno che non voglia camminare da protagonista nei propri guai.

Però….però c’è certamente un compito che sento mio, ed è la condivisione.
Certamente, un Valore che mi ispira da sempre.
Ma negli ultimi anni, con le urgenze finalmente arrivate in superficie, con la nuova consapevolezza diffusa e le indubbie difficoltà, condividere è diventato forse non la risposta ad una chiamata, ma certamente un bisogno.

Per questo motivo, trovate il mio nome su tanti volantini, nelle mie zone.
Ho il piacere e la fortuna di aver incontrato tanta ricchezza, nel mondo della Sanità, al contrario di tanti.
Uomini e Donne liberi nel pensiero e nell’azione, curiosi, studiosi, innovativi…ma anche empatici, umani, compassionevoli.
Ed oltre a questo, professionisti che si spendono per riallacciare quella frattura tra la Cura e la Persona, un rapporto tanto delicato quanto sfregiato dagli eventi degli anni passati.

Come non rispondere al bisogno di condividerli con Voi ?
E’ successo ancora, pochi giorni fa. Una splendida occasione che non si è limitata ad una conferenza, ma si è arricchita dell’incontro tra i relatori ed i professionisti del mio territorio, con il preciso intento di fare Rete, per diventare più forti, insieme.

Il mio intento è portare informazione, consapevolezza nelle persone.
Portare loro un messaggio di speranza, perchè non si abbandonino alla paura della malattia o, peggio, del Medico.

Perché nessuno si debba sentire solo, mai più. Soprattutto se soffre.
E sono felice di lavorare anche per questo.
Felice di contribuire a veder stringere mani ed abbracci, ad interessere reti di collaborazione tra professionisti che eccellono, che risuonano con la mia idea di Cura e Salute.

Ecco, no.

Non si smette allora di essere Terapeuti, quando si chiude quella porta.
Si porta nel mondo l’eco delle proprie fratture e delle proprie guarigioni, in tanti modi.

Uno di questi è essere silenziosa, sotto ad un palco, a gioire del lavoro fatto, scrutando gli occhi di chi ascolta, sperando di vedere una luce di Speranza.

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