Manuale di sopravvivenza alle feste 2/2

ASSAPORATE LENTAMENTE

….e nel Tempo che fugge, vi riporto al Tempo ricco, pieno.

Abbiamo parlato di consapevolezza e scelte, di presenza ed atteggiamenti, fatto alcune riflessioni su aspetti ricorrenti che affrontiamo durante i momenti conviviali, e non solo.
Volevo portarvi per mano, anche un po’ scherzosamente, tra i meandri bui che si celano dietro la facciata delle feste comandate, dove tutto è patinato, gli alberi di Natale sono perfettamente triangolari, i panettoni lievitati con maestria e gli spumanti fanno tutti il botto….e dove le signore si tolgono i tacchi sotto la tovaglia, i signori si slacciano la cintura nascondendo la panza sotto il tovagliolo e la padrona di casa mette il piatto di portata sulla macchia della tovaglia buona 🙂 .

In questa meravigliosa giostra che è la tavolata del pranzo o del cenone, possiamo usare un superpotere che ci fa praticare la consapevolezza e la presenza….senza che nessuno se ne accorga. Vi ricordate, si parlava di micropratiche ed in questa occasione possiamo unire questo furbissimo strumento insieme a quello, potente e semplice insieme, del Mindful Eating.
Di che si tratta ? Di assaporare con consapevolezza e totale presenza, con il giusto tempo ed il giusto atteggiamento mentale.
Vediamo alcuni punti insieme, e poi pratichiamo !

*Mangiare emozioni

Il cibo ha una potenza evocativa potentissima. Non solo è stato il primo motivo per cui, ancora in fasce, abbiamo elaborato delle strategie per ottenere l’attenzione altrui ma è anche letteralmente nutrimento di tutti i nostri sensi.
Attraverso esso elaboriamo dei ricordi precisi e dei legami significativi con luoghi e persone.
Ha una funzione di compensazione perché attiva, tra le altre cose, un senso di quiete legato alla soddisfazione di un bisogno primario, la sopravvivenza.
Possiamo mangiare un gelato per ritornare bambini o la famosa lasagna della nonna per sentirci a casa….state pensando anche voi a qualcosa di simile, vero ?
E’ un legame potente ed affascinante ma può essere insidioso….per cui sarà meglio sedersi a tavola con l’intento di far lavorare sensi e papille gustative, piuttosto che le nevrosi o la stanchezza accumulata.
Fermatevi. Chiedevi cosa state facendo con la forchetta in mano, guardate il piatto e siate li, nel momento e solo nel momento presente.

*Il piacere del corpo
Gli orientali dicono che da noi, tutta l’energia stia in alto, nella mente. E ci offrono tante pratiche per riportare equilibrio, per connetterci e radicarci, pur rimanendo in contatto con i pensieri, l’attività creativa e riflessiva.
Ma non c’è dubbio che occorra tornare al corpo, per godere pienamente della nostra vita.
Ai sensi, si. Ma anche alle sensazioni ed imparare a sentire, ad esempio, appetito e sazietà pur tra le chiacchiere e la confusione. Il corpo parla e ci può regalare esplosioni di piacere…basta un’uvetta (e capirai il perché)
*Stabilire confini sani

Che significa avere un contatto diretto e consapevole con ciò che sentiamo giusto per noi e saper dire no, sia a noi stessi sia agli altri, quando questo confine viene forzato.
Cosa significa “sentire giusto per me” ?
Esci dalla mente ed entra nella sensazione corporea, ascolta il respiro, la bocca dello stomaco o quel punto del corpo che solo tu sai come ti parla, quando percepisci il disagio di una forzatura.
Ascoltalo, dolcemente segui il suggerimento che ti arriva.
Probabilmente è una voce sussurrata tra tanti strilloni…..ma è quella che ti indica la strada autentica verso il tuo benessere.

Ed ora via !
Si pratica !

La meditazione del chicco d’uva
E’ piuttosto famosa, la potete trovare un po’ dappertutto e la dobbiamo ad un professore, studioso ed autore, nonché Mr Mindfulness, Jon Kabat-Zinn.
Ma ora non avete tempo di prendevi l’uvetta, il pranzo è alle porte e siete alle prese con i fornelli o la carta regalo. O al massimo, rubatene una dal panettone….senza essere visti 😀
Bigino dei punti fondamentali (e nodo al fazzoletto per ritornarci appena finite le feste):

*primo approccio, usate gli occhi. Guardate il vostro cibo come guardereste un puzzle, con attenzione e curiosità, notandone forme e colori, disposizione nel piatto, luci volumi ed ombre.
Ricordate, se siete totalmente presenti, vi basterà poco più di un attimo….e sarete “nel” piatto con tutti voi stessi.
Registrate le emozioni: vi attira, vi respinge, vi ricorda qualcosa ? Ed il corpo, come vi dice se vi piace o no, se arrivano ricordi piacevoli o meno ? Quale parte si attiva ?
Il segreto è ascoltare senza giudicare, accettare quello che è, in quel momento.
*Iniziate il viaggio consapevole: .perché avete scelto di partire proprio da quel boccone ? Osservate e quindi attivate il naso (esplosione!!) e fate caso alla salivazione, aspettate prima di ingerire …. solo un poco. Ora, le labbra, la lingua, la bocca. Ascoltate ogni passaggio, la consistenza dell’alimento, attendete prima di mordere e masticare. Cosa vi spinge finalmente ad assaporare il boccone ? Fate poi caso a tutte le sfumature dei sapori ed a come cambiano con il calore del vostro corpo. A come cresce il desiderio di deglutire ed a cosa provate se attendete giusto un secondo in più.
Poi seguite il boccone fino a quando non sentirete più la sua presenza e soffermatevi sull’eco che ha lasciato, la scia dei sapori e delle sensazioni. Volete ripetere l’esperienza ? Vi incuriosisce provare un accostamento originare con un sapore diverso o gradite continuare con quello che avete appena provato ? Vi manca qualcosa ? Siete pienamente soddisfatti ?

No, non è difficile e nemmeno macchinoso.
Ora, che siete ai fornelli, afferrate il primo cibo commestibile che avete sottomano e provate: vi prometto che non vi ruberò più di 2/3 minuti al massimo.
E se è davvero così, e non avete mai praticato prima….siete stati anche bravi !

Questo esercizio, infatti, racchiude in sé infiniti spunti: dalla presenza, la consapevolezza, all’ascolto del corpo, al non giudizio e così via.
Ma…se siete alle prese con quel panettone con la crema al pistacchio che avete cominciato a temere e sognare già a vacanze estive terminate….provate con questo altro esercizio !

Saziare il desiderio

E’ li, davanti ai vostri occhi ed allenati come siete all’ascolto delle vostre papille gustative, sentite scorrere l’acquolina a fiumi.
Privatevi della vista ed ascoltate il desiderio, l’impulso prepotente ad afferrare la fetta ed addentarla.
Fate crescere più che potete questo desiderio, visualizzatelo come un’onda che diventa sempre più potente e maestosa, sempre più alta. Continuate fino all’esagerazione e seguite questo processo con il vostro respiro, fate che diventi un messaggero in grado di trasportare le sensazioni fisiche in ogni angolo del vostro corpo, saziando di gusti e profumi ogni singola cellula, fino a saturare il desiderio.
Sentirete il bisogno farsi via via sempre più flebile, mentre si rafforzeranno la vostra centratura e capacità di scelta, aumenterà la quiete e svanirà la dipendenza dall’oggetto del vostro desiderio.
Così la vostra scelta sarà guidata da un’ispirazione decisamente più saggia, vi sentirete più forti e consapevoli e potrete accostarvi con leggerezza al cibo.

Bene, direi che del Menù previsto, abbiamo condiviso poco più che qualche antipasto: ci sarebbe tanto, tanto di più da dire e fare insieme.


Ma il Natale è alle porte e quindi…..


…..sono pronti i cappelleti in brodo 😅????

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